BIANCHINA E NERINA (Emme edizioni)
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Ermete era un cane pastore bravissimo: a seconda di come
ringhiava, le pecore camminavano in fila indiana o a due a due, giravano a destra o a
sinistra, trottavano o galoppavano, frenavano o acceleravano. Aveva solo un punto debole:
quando la sera riportava il gregge all'ovile, contava le pecore e quando arrivava a
venticinque, trenta, si addormentava invariabilmente fra grandi sbadigli.
Le pecore, che ormai lo conoscevano bene, quando volevano un po' di libertà, gli passavano davanti una ad una belando una loro ninnananna che diceva : - Behhh, behhh, beh beh ! Bebehh , bebehh, bee bee ! Bebbebeh, bebbebeh, bebbebeh , boh ? Beh, bah, buh, boh !- Il povero Ermete s'incantava a guardarle, poi cominciava a sbadigliare, sistemava la testa fra le zampe anteriori e cominciava a ronfare alla grande. Le pecore allora si sparpagliavano per la campagna: una filava al fiume a pescare, unaltra andava al cinema e qualcuna addirittura al mercato. Molte però restavano assieme. Cercavano un prato adatto e, fatte le squadre, si affrontavano in feroci partite di calcio all'ultimo sgambetto. Era la loro passione: abbandonavano per qualche ora la loro mite natura e si sfogavano dietro alla palla. Giocavano senza arbitro e se le davano di santa ragione. |
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